Morta per il tiramisù non vegano, in due patteggiano un anno
Pena convertita in 10mila euro, ragazza e fidanzato risarciti
Hanno patteggiato a un anno, con pena convertita in sanzione pecuniaria pari a 10mila euro ciascuno, Giuseppe Loiero e la madre Giovanna Anoia, rispettivamente legale rappresentante e responsabile delle linee produttive della Glg srl, accusati in concorso di omicidio colposo della 20enne Anna Bellisario che aveva mangiato un tiramisù venduto come vegano ma che in realtà conteneva mascarpone per lei letale. La giovane, secondo le indagini del pm Luca Gaglio e dell'aggiunto Tiziana Siciliano, ha perso la vita il 5 febbraio dello scorso anno, dopo dieci giorni di coma in seguito allo choc anafilattico provocato dal dessert 'Tiramisum' con marchio Mascherpa, prodotto dalla Glg srl, che in realtà conteneva mascarpone e, quindi, tracce di latte a cui la ragazza era fortemente allergica. E questo perchè, da quanto emerso dagli accertamenti della Procura, si "preparavano i prodotti vegani e non vegani nello stesso ambiente, in contemporanea sullo stesso tavolo" in modo che ci fosse una contaminazione tra "preparati di origine animali" con "ingredienti di origine vegetale". Secondo quanto stabilito dal patteggiamento, accolto oggi dal gup Cristian Mariani, è stata revocata la misura interdittiva per ciascuno degli imputati e c'è stato "un pieno risarcimento delle parti civili", la vittima e il suo fidanzato, come ha fatto sapere il difensore Guido Camera. Inoltre, tramite la società Bdo Service, "sono state fatte tutte le azioni di rimedio che accertassero che la società adesso è assolutamente in regola e che ha fatto una serie di migliorie importanti". Il legale Camera ha osservato che questo patteggiamento è "l'attestazione di come la giustizia riparativa può funzionare nel modo migliore quando viene approcciata con serietà".
T.Cortez--RTC